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12/05/2022

I requisiti di accessibilità per app e siti web diventano obbligatori anche per le aziende private con fatturato di oltre 500 milioni di euro

Scopriamo come adeguarci e quali sono le motivazioni di questa scelta

Entro il 28 giugno 2022 le aziende private con un fatturato superiore a 500 milioni di euro negli ultimi 3 anni sono obbligate ad osservare i requisiti di accessibilità come gli enti della Pubblica Amministrazione.

L'Agenzia per l'Italia Digitale ha pubblicato le Linee guida di accessibilità per i siti web e app di aziende private.

Cos'è l'accessibilità e perché è importante?

L'accessibilità è la capacità dei sistemi informatici di fornire informazioni e contenuti fruibili a tutti, eliminando qualsiasi tipo di discriminazione e barriera, anche per quegli utenti, affetti da disabilità temporanee e non, che necessitano di tecnologie assistive o altre configurazioni particolari.

La cosiddetta "Legge Stanca" (Legge n.4 del 2004) definisce gli obblighi da seguire per i siti web dei Comuni, delle Città, delle ASL e AUSL, oltre che di tutte le altre Pubbliche Amministrazioni.

Questa normativa infatti, fino ad oggi, non si applicava alle aziende private.

L'idea di base è quella che chiunque deve poter accedere ai contenuti digitali, anche gli utenti affetti da disabilità di vario genere. La realtà, però, è che sono davvero poche le aziende a prestare attenzione a questo tema importante, perché ne sottovalutano l'entità e la portata.

Una pagina web è accessibile ad esempio quando:

  • Vengono utilizzati i tag HTML corretti;
  • I video hanno i sottotitoli;
  • I link sono ben visibili a prescindere dal colore (sottolineati);
  • Il focus è riconoscibile e si differenzia dal resto della pagina;
  • La scelta dei colori ha un contrasto adeguato.

Molto spesso ormai, nel privato, si realizzano siti web e applicativi che tengono conto principalmente dell'aspetto grafico e molto meno di usabilità, accessibilità ed esperienza utente.

Cosa cambia per le aziende private?

Il decreto legge n.76 del 16 giugno 2020 ha introdotto l'obbligo anche per le aziende private, con un fatturato medio maggiore di 500 milioni di euro negli ultimi 3 anni, di adeguarsi alle stesse normative in atto per gli enti pubblici. Cosa significa in sostanza?

Il sito internet o applicativo, per essere accessibile, deve presentare dei contenuti che siano fruibili e consultabili anche ad utenti che utilizzano dispositivi come lettori di schermo (screen reader) e assistenti vocali, o altre tecnologie assistive che aiutano la persona affetta da qualsiasi tipo di disabilità, siano esse cognitive, uditive o visive, ad ottenere le informazioni necessarie.

In pratica il privato dovrà adeguare la propria app o il proprio portale web affinché i contenuti siano ben strutturati, utili e fruibili da tutti. È importante ricordare che l'obiettivo deve essere quello di permettere a chiunque di trovare quello che cerca, non solo quello di rispettare la legge ed evitare le sanzioni.

Spesso non ce ne rendiamo conto, ma un utente potrebbe non riuscire ad acquistare un nostro prodotto o servizio proprio perché noi stessi glielo stiamo impedendo!

Sebbene si tratti di un pubblico minore in termini numerici, dal punto di vista commerciale si tratta pur sempre di una porzione di persone che potrebbe preferire un'azienda concorrente che offre un livello di accessibilità maggiore ai propri servizi web.

Le sanzioni

Qualora il sito web non fosse conforme successivamente al 28 giugno 2022, AgID potrebbe invitare il soggetto privato ad adeguarsi quanto prima, entro un termine prestabilito. Se anche quest'ultimo termine non fosse rispettato, potrebbero scattare le sanzioni.

È prevista l'emissione di una sanzione amministrativa fino al 5% del fatturato.

Quali sono le linee guida?

A livello internazionale il riferimento sono le WCAG emesse dal Consorzio World Wide Web.

Per quanto riguarda l'Italia invece si seguono solitamente le linee guida AgID, che rispecchiano comunque le WCAG.

Quali sono gli errori più comuni nei siti web?

L'AgID ha svolto una analisi e ha stilato un elenco degli errori che vengono commessi più di frequente nella creazione di siti web accessibili.

In sintesi:

  1. Informazioni e correlazioni
  2. Focus visibile
  3. Contrasto
  4. Scopo del collegamento

Leggi l'approfondimento: Gli errori di accessibilità più comuni nei siti web.

Come sapere se il proprio sito web è accessibile?

Esiste uno strumento italiano che ci può aiutare a capire quali tipi di interventi tecnici dobbiamo effettuare.

È un validatore online e si chiama MAUVE, viene sviluppato dall'Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione "Alessandro Faedo" del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Dovendoci confrontare con la normativa italiana è quindi senza dubbio un ottima piattaforma che permette di facilitare il lavoro e fornisce indicazioni utili sui miglioramenti da apportare.

Sul sito del W3C possiamo trovare una lista di strumenti di valutazione dell'accessibilità alternativi.

Ora che abbiamo le idee più chiare sui passi da seguire e sull'importanza di questo tema, possiamo evitare di farci trovare impreparati e soprattutto siamo in grado di offrire i nostri servizi a un pubblico più ampio.

Se hai bisogno di informazioni sull'accessibilità, ti invitiamo a contattarci. Il nostro team è a tua disposizione per fornire tutti i chiarimenti necessari.

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Ci occupiamo di accessibilità da prima che la "Legge Stanca" del 2004 sull'accessibilità venisse approvata!

Articolo del Giornale di Vicenza del 2006 che mostra il premio al Comune di Vicenza per l'accessibilità del sito.